Un Sauvignon coltivato su suolo vulcanico sarà protagonista della puntata odierna di “Vino in Sala”: avremo l’opportunità di conoscere assieme l’interpretazione di questo vitigno realizzata dell’azienda veneta La Cappuccina, una realtà che sin dal 1985 segue i principi dell’agricoltura biologica.
Fondata nel 1890 dalla famiglia Tessari, questa Cantina si trova nel cuore della zona di produzione del Vino Soave, sulle colline situate nella parte est della provincia di Verona. Il nome dell’azienda deriva dalla suggestiva cappella privata risalente al XVI secolo, dove si pensa che un tempo celebrassero messa i frati Cappuccini. Oggi sono alla quarta generazione e l’azienda è guidata da Sisto, Pietro ed Elena.
L’attenzione di questa Cantina verso l’ambiente non si limita all’applicazione dell’agricoltura biologica, ma interessa tutta la loro filiera produttiva, grazie a un attento studio dell'impatto “ecologico” complessivo.
In quest’ottica è doveroso elencare alcuni degli aspetti principali che riguardano tale filosofia:
- Pratiche agronomiche che favoriscono la biodiversità, l’inerbimento tra i filari, l’antica pratica del sovescio, la semina di erbe e fiori in grado di fissare naturalmente l’azoto nel terreno e favorire l’insediamento d’insetti utili.
- Concimazioni organiche e utilizzo di antiparassitari naturali.
- Uso molto ridotto di anidride solforosa.
- Stampa delle brochure aziendali in carta riciclata.
- Uso di bottiglie in vetro più “leggere”, con notevole risparmio di anidride carbonica emessa.
- Impianto fotovoltaico che copre il 50% del fabbisogno energetico.
Torniamo ora a parlare nello specifico del Sauvignon: da oltre un ventennio La Cappuccina ha sperimentato l’adattamento di un particolare clone di questo vitigno, valutandone la resa qualitativa sui terreni vulcanici di matrice basaltica di questo territorio.
E’ giunto il momento di confrontarci con l’Igt Veneto Sauvignon “Basaltik” 2013, affinamento in acciaio sui propri lieviti per circa 6 mesi, titolo alcolometrico 13%.
Allo sguardo si presenta con un color giallo paglierino di buona brillantezza.
La sua carta vincente è senza dubbio nel ventaglio aromatico, dove questo Sauvignon riesce a esprimersi con profumi molto intensi e caratterizzati da una stuzzicante complessità: si viene piacevolmente persavi da un connubio di sentori fra cui possiamo riconoscere note di agrumi, menta, salvia, erbe aromatiche, amalgamati da un complessivo sottofondo vegetale che è peculiarità di questo vitigno.
A livello gustativo si associa a questo Sauvignon il concetto di “equilibrio”, ogni sua componente si fonde in modo bilanciato con le altre, senza eccessi o spigolature: strutturato senza essere troppo “muscoloso”, bella morbidezza che conferisce una piacevole rotondità, il tutto accompagnato da un comparto acido-sapido bel calibrato. Gradevole il finale, grazie all’accattivante retrogusto dalla tipica connotazione vegetale.
Il “Basaltik” saprà conquistare gli amanti del Sauvignon e dei Vini bianchi dotati di uno spettro aromatico intenso, con un profilo gustativo bilanciato e carezzevole.
Nell’abbinamento gastronomico possiamo regalarci delle belle soddisfazioni con questo Sauvignon, per esempio si potrebbero provare accostamenti con lasagne in crema di zucchine e menta, crespelle agli asparagi, ravioli burro e salvia, zuppa di cipolle, filetto di cernia alle erbe.
Acquistabile in Cantina per circa 9 euro a bottiglia.
Questo Sauvignon è solo uno dei Vini che esprimono le potenzialità dell'azienda La Cappuccina, ci sono altre “chicche” Enoiche che meritano di essere raccontate, ho avuto il piacere di degustare allo scorso Vinitaly: in futuro avremo modo di conoscerle su “Vino in Sala”.
Buona degustazione a voi.
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