mercoledì 25 marzo 2015

Gavi Riserva La Raia: un Cortese “biodinamico”, sontuoso e carismatico

Il territorio nei dintorni di Gavi, l’uva Cortese e l’agricoltura biodinamica saranno i protagonisti di questa puntata: conosceremo la potenza aromatica e la raffinata struttura di un Vino bianco, il cui temperamento Enoico è in grado di onorare al meglio questa importante denominazione piemontese. L’azienda agricola La Raia mette la firma su questo Vino.

Il Cortese è un vitigno molto diffuso in Piemonte, soprattutto nella sua zona meridionale e, secondi alcune fonti scritte, pare fosse conosciuto già nel XVIII secolo. Oggi è coltivato prevalentemente nella provincia di Alessandria, in particolare nell’intorno di Gavi, dove raggiunge le sue vette qualitative più elevate. Tuttavia si trovano vigneti di Cortese anche in altre zone del Piemonte e, in misura minore, nell’Oltrepò Pavese.

E’ nell’ambito della denominazione Gavi Docg che questo vitigno ha mostrato al mondo Enoico quello che è il suo alto potenziale, entrando in simbiosi con il territorio e rivelando la sua veste versatile. Infatti potrete trovare sul mercato versioni più semplici e "beverine", anche frizzanti, per poi passare a Gavi molto più strutturati, talvolta affinati in legno, senza dimenticare ottime versioni spumantizzate col metodo classico.

Ho avuto il piacere di fare una degustazione completa dei Vini prodotti dall’azienda La Raia durante lo scorso Vinitaly, toccando nel concreto le potenzialità dei loro Gavi: la versione base, quella denominata “Pisè” e la Riserva.

Queste ultime sono davvero due ottime interpretazioni dell’uva Cortese, entrambe derivano da vigneti piuttosto vecchi, che superano i 60 anni di età e con rese molto basse: preferire l’una rispetto all’altra è questione di gusti personali, senza dubbio il livello qualitativo di entrambe è elevato.

Oggi voglio degustare assieme a voi il Gavi Riserva Docg 2012, ottenuto con 100% uva Cortese derivante dal vigneto “Madonnina”, rese non superiori ai 65 quintali per ettaro, affinamento in acciaio, titolo alcolometrico 12,5%.

Nel bicchiere si presenta con un color giallo paglierino di bella brillantezza.

Entusiasmante sin da subito il potente profilo aromatico, caratterizzato da un variegato spartito dove si alternano suadenti note fruttate, vegetali e minerali. Potete nitidamente percepite decisi sentori di agrumi, affiancati da stuzzicanti note di erbe aromatiche, salvia, sfumature mentolate, il tutto sorretto da una piacevolissima mineralità che amalgama il comparto aromatico.

A livello gustativo si resta altrettanto appagati: il sorso è intenso, pieno, ricco, caratterizzato da una suadente avvolgenza iniziale, la quale viene poi splendidamente bilanciata da freschezza acida e da una gustosa sapidità, in accordo con quanto percepito all’olfatto. Davvero ottimo l’equilibrio complessivo e lunga la persistenza finale, con un deciso retrogusto agrumato e minerale.

Un Gavi di alto “rango”, strutturato e complesso a livello organolettico, senza mai perdere di vista la piacevolezza di beva e la fruibilità nell’abbinamento gastronomico. A tavola questo “nobile” bianco merita di essere affiancato a piatti di opportuna struttura e aromaticità, per esempio potremmo sperimentarlo assieme a risotto con taleggio e asparagi, branzino al forno con patate, frittura di pesce, lasagne con zucchine e besciamella, pizza quattro stagioni, zuppa di pesce, oppure con un tagliere di formaggi semi-stagionati.

Non abbiate paura nel metterlo alla prova con abbinamenti “arditi”, saprà stupirvi grazie alla sua ricchezza gusto-olfattiva.

Acquistabile in enoteca a circa 13 euro.

Come dico sempre, quando un Vino di alta qualità è ottenuto con un approccio biologico/biodinamico, tale aspetto è un prezioso valore aggiunto che deve essere doverosamente sottolineato. Ribadisco: la qualità Enoica deve comunque essere sempre condizione necessaria.

Buona degustazione a voi!

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