sabato 13 giugno 2015

Sedotti dal Pinot Nero “ancestrale” rosé firmato Castello di Stefanago

Pinot Nero, Oltrepò Pavese, metodo di produzione “ancestrale”, approccio “naturale”: sono queste le premesse del folgorante incontro con uno spumante in grado di conquistare dal primo sorso, con una complessità organolettica che prende subito per mano i sensi, affascinandoli con la propria suadenza.

Ho conosciuto l’azienda Castello di Stefanago dei fratelli Baruffaldi durante la seconda edizione di “Io Bevo Così”: dopo aver assaggiato questo Pinot Nero ne ho acquistate immediatamente due bottiglie. Il motivo? Intrigante aromaticità e straordinaria piacevolezza di beva, due pregi che molto affascinano il mio animo Enoico.

Questo Pinot Nero rifermentato in bottiglia è ottenuto tramite il metodo “ancestrale: le uve vengono raccolte a “piena maturazione” e la fermentazione (con lieviti autoctoni) si arresta ai primi freddi, non trasformando quindi tutti gli zuccheri presenti nel mosto. Con l’avvento della primavera l’incremento delle temperature fa ripartire spontaneamente la seconda fermentazione in bottiglia. In seguito avviene la sboccatura dopo la permanenza sui lieviti stabilita dal produttore. Sostanzialmente non vengono aggiunti zuccheri esterni per la ottenere la rifermentazione, ma si utilizzano quelli presenti nell’uva, per questo la racconta avviene a “piena maturazione”.

Senza ulteriori indugi, dedichiamoci alla degustazione del Metodo Classico Pinot Nero Rosè Brut “Stefanago Ancestrale”, affinamento sui lieviti per circa 12 mesi, titolo alcolometrico 12,5%.

Affascinante aspetto cromatico grazie al color rosa cerasuolo dalla tonalità intensa, con bollicine caratterizzate da ottima finezza e buona persistenza.

Intenso e accattivante il ventaglio aromatico, grazie a fragranti sentori di ciliegia, anice e rosa, che col passare dei minuti vengono accompagnati da gustose note balsamiche e di mentolo.

In bocca mostra tutto il suo carattere ammiccante: ingresso intenso, di ottima struttura, non troppo secco grazie a un leggerissimo residuo zuccherino (circa 10 g/l) che regala un’ottima rotondità. Pregevole la cremosità gustativa che assieme all’equilibrio rendono il sorso molto piacevole e invitante. Finale piacevolmente sapido e con un bel retrogusto di ciliegia.

Questo Pinot Nero è splendido in termini di gradevolezza di beva, merito del calibrato connubio fra struttura, morbidezza e mineralità: un’alleanza sensoriale che si dimostra vincente e ammaliante, senza essere troppo “piaciona”.

Acquistabile in Cantina a circa 16 euro.

Un’interpretazione originale del Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, che dimostra ulteriormente le immense potenzialità di questo territorio, ricco di piccole Cantine che sanno renderlo “grande” per merito delle loro originali interpretazioni Enoiche.

Quando le “reali” forze dell’Oltrepò sapranno convergere “tutte” nella stessa direzione, questo comparto vitivinicolo mostrerà al mondo tutto il suo effettivo potenziale, sconfiggendo pregiudizi e luoghi comuni.

Buona degustazione a voi!

2 commenti:

  1. Adoro questo pinot nero del Castello di Stefanago ottenuto con il metodo ancestrale e trovo molto interessante anche il loro muller thurgau, sempre ottenuto con questo metodo.
    La famiglia Baruffaldi è uno dei fiori all'occhiello del nostro Oltrepò.

    RispondiElimina
  2. Un pinot nero davvero gustoso, con un taglio particolarmente morbido e goloso.
    La bottiglia finisce in un attimo.

    RispondiElimina