Nella puntata odierna faremo un viaggio in Piemonte nel meraviglioso territorio delle Langhe. Voglio parlarvi di Dolcetto e in particolare di quello prodotto in una delle sue zone più vocate, ovvero Diano D’Alba. Interprete di questo Vino è la Cantina Fratelli Aimasso, la quale ci propone un Dolcetto che incarna la tipicità e la costruttiva immediatezza Enoica di questo vitigno.
Ho avuto il piacere di visitare la Cantina e degustare i Vini assieme a Luca Aimasso, attuale titolare dell’azienda agricola che affonda le sue origini negli anni ’30. La piacevolezza di beva e l’equilibrio sono il binomio che costituisce il filo conduttore della filosofia Aimasso. Un concetto Enoico fatto di semplicità e immediatezza, che non significa essere di fronte a esecuzioni scontate o banali, ma piuttosto si tratta di Vini freschi, diretti, con cui si entra facilmente in sintonia, versatili e accessibili.
Come anticipato, voglio parlarvi del loro Dolcetto, che in questo comune a 500 metri s.l.m. viene coltivato e vinificato con l’omonima denominazione Diano D’Alba Docg.
Il Dolcetto è considerato il “fratello minore” dei Vini piemontesi, quello più legato alla quotidianità della vita contadina, per questo da molti è purtroppo fortemente sottovalutato. Per fortuna in territori specifici come Diano D’Alba, Dogliani e Ovada, la cultura del Dolcetto assume un ruolo di maggior rilevanza Enoica, con diversi Produttori che credono e investono nella tipicità di questo vitigno.
Passiamo ora alle sensazioni scaturite dalla degustazione.
Vino: Diano D’Alba Docg 2013
Produttore: Fratelli Aimasso
Vitigni: 100% Dolcetto
Titolo alcolometrico: 13,5%
Affinamento: in vasche di vetro-cemento
Prezzo in Cantina: 7 euro
Color rosso rubino dalla tonalità piuttosto scura, buona la consistenza.
Profumi intensi e che ben descrivono le peculiarità del vitigno Dolcetto, con una supremazia di fresche sensazioni fruttate e floreali di ciliegia, frutti di bosco, succo di melograno e geranio. Col passare dei minuti tali note vengono arricchite anche da delicati sentori vegetali di humus.
A livello gustativo si prosegue con grande coerenza nei confronti della tipicità organolettica del vitigno, con un ingresso di buona intensità, piuttosto garbato e di media struttura. Il tannino è ben presente, ma non risulta mai aggressivo o invasivo. Molto apprezzabile la rinfrescante acidità che contribuisce a rendere il sorso molto equilibrato e gastronomico. Persistenza abbastanza lunga, con il tipico retrogusto ammandorlato.
Questo Diano D’Alba non nasce per vincere concorsi o per stupire con “effetti speciali”, vuole semplicemente essere un affidabile compagno di tavola, con una grandissima versatilità nell’abbinamento culinario. Un Vino che si può godere nel quotidiano, affidandosi al suo animo gusto-olfattivo fresco e fruttato, con un sorso lineare e senza sofismi.
Provatelo con bollito misto alla piemontese, tajarin al ragù di fassona, carne cruda all’albese, agnolotti col sugo d’arrosto.
Ho avuto il piacere di assaggiare direttamente dalla vasca di affinamento il nuovo Diano D’Alba Superiore Docg “Pietro” 2014, che sarà messo in commercio nella Primavera 2016. E’ il frutto di una selezione fatta in una vigna particolarmente vocata, dove si è ridotta ulteriormente la resa per ettaro. Sarà un Dolcetto da tenere in grande considerazione e metterà nel calice una superiore complessità olfattiva e un po’ più di struttura, pur mantenendo le preziose peculiarità di questo vitigno.
Buona degustazione a voi!
Voto: 84/100
Rapporto qualità/prezzo:
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