domenica 28 settembre 2014

Gilles e Catherine Vergé: Chardonnay di Borgogna biodinamici che fanno “cultura”

Borgogna, Chardonnay, vigneti con età compresa fra i 70 e i 128 anni, rigorosa applicazione della biodinamica, totale assenza di solforosa “aggiunta” nelle varie fasi della lavorazione: questi sono gli ingredienti principali dell’emozionante degustazione dei Vini carismatici e originali di Gilles e Catherine Vergé.


Il mio incontro con questi Vini è avvenuto durante una serata organizzata dall’Enoteca “Vini e Più” di Andrea Pesce, in collaborazione col titolare Andrea Sala dell’azienda “That’s Wine”, che si occupa della distribuzione di Vini esclusivamente biologici e biodinamici prodotti da piccoli/piccolissimi Produttori.

Serate come questa sono davvero esaltanti per un appassionato, oltre alle emozioni legate direttamente alla degustazione dei Vini, sono incontri che fanno “cultura” a livello Enoico, perché si tocca con mano quelli che sono gli orizzonti raggiungibili nella produzione vitivinicola.

Stupefacente confrontarsi con la longevità di Vini bianchi che sono stati prodotti senza mai “aggiungere” solforosa nel processo di vinificazione, scelta questa che è stata intrapresa dal Produttore in seguito alla propria allergia nei confronti di tale sostanza.

Quest’aspetto distintivo si colloca all’interno di una filosofia vocata al “naturale” in maniera intransigente e rigorosa, con un approccio biodinamico in vigna e l’assenza totale di prodotti chimici di sintesi nelle varie fasi di vinificazione. In pratica questo Produttore è quello che si definisce un “estremista” del Vino naturale.

Gilles e Catherine Vergé possiedono 5 ettari vitati unicamente con la varietà Chardonnay, attuano lunghe vinificazioni a basse temperature utilizzando esclusivamente vasche di acciaio smaltato, avvalendosi ovviamente solo di lieviti indigeni.

Dopo questa premessa, necessaria a inquadrare la rigorosa filosofia di Catherine Vergé, voglio ora raccontarvi le sensazioni percepite durante la degustazione dei quattro Vini proposti durante la serata.

Prima però voglio fare una doverosa considerazione: questi Vini sono per certi aspetti estremi, atipici, fuori dagli schemi, hanno bisogno di attenzione e pazienza per entrare in sintonia con loro. Non sono semplici da comprendere al primo assaggio, ma poi sono in grado di emozionare l’animo dell’appassionato che ha voglia di confrontarsi con Vini “carismatici”.

Entriamo quindi nel mondo degli Chardonnay di Gilles e Catherine Vergé:

Vin de France “La Bulle a Zéro” 2007, titolo alcolometrico 12,5%: realizzato con il metodo ancestrale, non sboccato, quindi coi lieviti ancora presenti in bottiglia. Profumi intensi e austeri, con decise note d’idrocarburo a cui si aggiungono sentori salini, salmastri, con un leggero tocco fumè. In bocca è meno estremo rispetto al naso, possiede bollicine garbate, secco, ottima la freschezza e poderosa la mineralità che lascia nel palato una lunghissima scia sapida. Molto gradevole la bevibilità, un Vino da sfruttare con opportuni piatti ricchi di grassezza e tendenza dolce.

Vin de France “Vieilles Vignas” 2008, titolo alcolometrico 13,5%: uve Chardonnay provenienti da un vigneto di 128 anni, accattivante esplosione olfattiva con un netto dominio di piacevolissimi sentori di fiori bianchi, a cui si aggiungono note di camomilla, pesca e melone. In bocca si ha un cambio di marcia rispetto alla suadenza dei profumi, il sorso è assolutamente incisivo, deciso, molto secco, con una spiccata acidità e un gusto salino. Un Vino “maschio”, senza compromessi, da abbinare a opportune portate gastronomiche adeguate al suo incisivo carattere gustativo.

Grand Vin de Bourgogne Viré Clessé - Coteaux des Quarts 2006, titolo alcolometrico 13,5%: uve Chardonnay provenienti da un vigneto con più di 90 anni, color giallo dorato, con profumi dotati di grande intensità e dal carattere piuttosto austero, con sentori di frutta bianca molto matura, idrocarburo, incisiva mineralità e una nota fumè. In bocca è sontuoso, elegante, intenso, caldo, regala un sorso rotondo, avvolgente, di grande persistenza e coadiuvato dall’immancabile lunghissima scia sapida. Uno Chardonnay raffinato e fortemente carismatico, che coniuga il suo carattere aristocratico a una splendida bevibilità.

Grand Vin de Bourgogne Viré Clessé - Le Haut de Boulaise 2004, titolo alcolometrico 13,5%, uve Chardonnay provenienti da un vigneto con più di 70 anni, color giallo dorato, profilo aromatico intenso, complesso, austero, con i profumi che sono un mix di frutta bianca matura, fiori bianchi, idrocarburo, coadiuvati dall’immancabile sottofondo minerale. In bocca è intenso e piuttosto potente, caldo, molto secco, con il comparto acido-sapido in grande evidenza e che regala un sorso molto fresco e con una spiccata salinità. Uno Chardonnay emblematico nel mostrare le potenzialità di tenuta nel tempo di Vini dove non è stata aggiunta solforosa in nessuna fase.

Un7 dettaglio che deve far riflettere molto: gli ultimi tre Vini che vi ho raccontato sono stati ottenuti con rese che oscillano dai 9 ai 20 ettolitri per ettaro, valori straordinariamente bassi che sono un ulteriore elemento utile a comprendere il perché dell’alta qualità.

Questa degustazione, oltre a emozionare i sensi, ha fatto “cultura”, permettendo di confrontarsi coi risultati che si possono ottenere affrontando il lavoro di viticoltore con un certo tipo di “filosofia estrema”, ma che porta a risultati palesemente concreti dal punto di vista qualitativo.

Un grazie ai due Andrea e a Gilles-Catherine Vergé.

Buona degustazione a voi!

Nessun commento:

Posta un commento