mercoledì 1 febbraio 2017

IGT Terre Lariane: un "diamante grezzo" che torna a splendere

Finalmente la “stella” del Vino torna a illuminare i territori del Lago di Como e della Brianza. La nascita dell’IGT Terre Lariane ha dato un potente impulso alla valorizzazione Enoica di una zona che sino a qualche anno fa contava pochissimi viticoltori, nonostante una vocazione storica che venne trascurata in seguito a differenti scelte socio-economiche territoriali.

La denominazione IGT Terre Lariane è stata riconosciuta dalla vendemmia 2008 e fa riferimento ai territori delle province di Como e Lecco. Le zone attualmente più vocate sono le colline brianzole nell’intorno di Montevecchia e l’alto Lago di Como, tuttavia anche in altri comparti sta tornando l’interesse per la coltivazione della vite.

Questi territori erano storicamente vocati per tale tipo di coltivazione, ma per motivi socio-economici molti vigneti furono abbandonati, soprattutto per la forte predisposizione nel comasco alla produzione della seta, che ha condizionato in passato molte scelte imprenditoriali e agricole. Basta varcare il vicinissimo confine con la Svizzera per incontrare tante colline coltivate a vigneto, ciò dimostra la forte vocazione territoriale di quest’angolo di Lombardia.

Ho avuto il piacere di partecipare al banco di assaggio dello scorso 30 Gennaio presso l’Associazione Cometa, organizzata dall’AIS Como assieme al Consorzio IGT Terre Lariane: un’occasione molto costruttiva e didattica per confrontare le varie sfumature Enoiche di questo “rinascimento” vitivinicolo delle province di Como e Lecco.

Ovviamente ci si trova di fronte a territori con peculiarità diverse, spesso accomunati dalle difficoltà di una viticoltura “eroica” che avviene su terrazzamenti, a volte influenzata dal microclima del vicinissimo Lago di Como, in altre circostanze caratterizzata da coltivazioni di alta collina.

A fronte di queste ovvie differenze pedoclimatiche, ci sono alcuni denominatori comuni che credo debbano divenire i pilastri portanti dei Vini dell’IGT Terre Lariane: equilibrio, gradevolezza di beva, ottima acidità, fragranza dei profumi, strutture garbate senza eccessive ricerche di “muscoli” Enoici.

Molti i vitigni coltivati, soprattutto a carattere internazionale, con l’eccezione di qualche uva autoctona, tuttavia per quelle a bacca rossa il principe incontrastato è il Merlot, come accade anche nel vicino Canton Ticino svizzero.

Ho degustato parecchi Vini a base Merlot vinificati in purezza e molti di loro mi hanno riservato piacevoli sorprese, ovviamente facendo una doverosa premessa: in questo territorio dobbiamo ricercare finezza, gradevolezza e fragranza del “frutto”, per cui è inutile aspettarsi o pretendere Vini molto potenti e strutturati.

La maggior parte del Merlot viene vinificato in acciaio, qualcuno però inizia a sperimentare calibrati affinamenti in legno: in entrambi i casi posso dire di aver trovato Vini molto gradevoli, con ottime acidità, profumi deliziosi che ricordano la ciliegia e i frutti di bosco, tannini delicati, grande versatilità nell’abbinamento gastronomico.

Ovviamente non tutti sono allo stesso livello, alcuni Produttori devono ancora migliorare in termini di finezza ed equilibrio, ma con molto piacere ho incontrato interpretazioni che mi hanno soddisfatto e fanno vedere all’orizzonte enormi potenzialità per questo territorio lombardo, a cui sono affezionato per motivi di nascita e vita.

Perciò ai Produttori lariani di Merlot (e non solo) consiglio di proseguire sulla strada della finezza e dell’equilibrio, per ora non cercate superflui “effetti speciali”, valorizzate il “frutto” come ve lo racconta il territorio, facendo leva sulla piacevolezza dei profumi, la rotondità dei tannini e la gastronomica acidità. Se volete utilizzare le botti in legno, calibrate il loro uso in modo intelligente affinché non vadano a coercizzare la fragranza del vostro Merlot.

Tuttavia non si “vive” solo di questo vitigno nelle Terre Lariane, infatti è possibile confrontarsi anche con Chardonnay, Sauvignon, Viogner, Verdese, Riesling, Pinot Nero, Marzemino, Syrah, Cabernet Sauvignon, Schiava, a volte in purezza oppure in blend. Un panorama variegato sia in termini di uve che di peculiarità pedoclimatiche, un mix che diviene prezioso per offrire all’appassionato una moltitudine di sensazioni organolettiche legate alle singole zone.

Un plauso al Consorzio IGT Terre Lariane, nato nel 2009, che sta lavorando molto intensamente sul territorio per comunicare i propri Vini, catalizzando anche l’attenzione di agricoltori e vignaioli che hanno deciso di tornare a credere in un progetto Enoico targato Como e Lecco.

Attualmente siamo di fronte a un tessuto di viticoltori piccoli e piccolissimi, con delle produzioni medie annue che vanno da 1.000 a 40.000 bottiglie. E’ inevitabile che i costi fissi di gestione incidano in modo piuttosto importante, fattore questo che si somma alla struttura impervia di alcuni vigneti e alla bassa resa per ettaro. Per tali motivi i prezzi in cantina dei Vini oscillano attualmente dai 9 ai 20 euro per bottiglia.

Prevedo una forte crescita sia qualitativa che culturale nel prossimo decennio e se “il buongiorno si vede dal mattino …”, mi aspetto dalle Terre Lariane molte splendide “giornate Enoiche”.

In futuro avremo modo di approfondire i singoli Vini su questo blog, restate sintonizzati.


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